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Da Osaka all’isola-museo a cielo aperto Naoshima

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Poter dire di aver visitato il Giappone in lungo e in largo è cosa assai ardua, e non è nemmeno il nostro caso. Vogliamo però proporvi un tour insolito che parte da Osaka e qui vi fa ritorno, passando da Naoshima, un’isola-museo a cielo aperto, che noi abbiamo effettuato nelle seconda parte di un viaggio molto più lungo che ci ha portati ad attraversare le regioni centrali del Giappone (Kanto, Kansai e Chungoku) e di cui magari parleremo prossimamente.

Osaka, il motore del Kansai

Partiamo da Osaka, in un giorno di sole pieno e di caldo opprimente, e lo facciamo scoprendo le meraviglie del suo acquario, il Kaiukan Aquarium, uno dei più grandi e famosi dal mondo.

osaka acquario 2

osaka acquario

Dopo aver toccato (sì, proprio toccato) squali e razze e dopo aver scoperto specie di pesci sconosciuti ci fermiamo per una pausa pranzo veloce nel quartiere finanziario di Umeda.

umeda sky building osaka

In mezzo a uomini d’affari in giacca e cravatta e grattacieli troviamo un tipico locale giapponese, Kiji, proprio all’interno del famoso Umeda Sky Building,  dove si servono esclusivamente okonomyaki, specialità di Osaka. L’okonomyaki non è altro che una frittata in versione orientale in cui l’uovo viene mescolato con tutti gli altri ingrediente scelti, che possono spaziare dalle verdure al pesce passando per carne di manzo o di maiale. Il tutto verrà cotto alla piastra e condito con varie salse più o meno agrodolci. Il cameriere di Kiji, che di inglese conosce solamente qualche parola, ci porta due recipienti contenti proprio le pastelle delle nostre okonomyaki che possiamo cucinare in autonomia sulla piastra rovente. Nonostante le difficoltà di comprensione dovute alla lingua, camerieri e cuochi vi sorprenderanno per i loro sorrisi speciali, perchè anche se non capirano cosa dite saranno sicuramente felici che siate lì. Con lo stesso sorriso qualcuno, a fine pranzo, vi inviterà a scrivere un post-it e a lasciarlo in mezzo tutti gli altri che tappezzano le pareti del locale. Ci scriviamo sopra una frase in inglese, di apprezzamento per il cibo e le birre buonissime, e poi lo appendiamo in mezzo alle altre. Il conto da Kiji, come in molte altre trattorie tradizionali giapponesi senza pretese, è più che ragionevole.

kiji osaka okonomyaki

kiji osaka okonomyaki

Da Umeda l’efficientissima rete metropolitana di Osaka ci porta in pochi minuti nel quartiere movimentanto di Dotombori, dove abbiamo deciso di alloggiare e che vi consigliamo. In particolare la scelta dell’hotel, il Monterey Grasmere, è stata dovuta al fatto che la struttura sia direttamente collegata alla fermata della metropolitana, in modo da rendere più veloci gli spostamenti che faremo da qui. Basta scendere con l’ascensore al piano interrato e il gioco è fatto! Dopo il check-in e dopo aver ammirato il panorama dalla nostra stanza ai piani alti, proprio mentre il sole sta per calare, ci immergiamo nella vita notturna Giapponese, che ad Osaka è a dir poco chiassosa e colorata.

osaka panorama

Vi colpiranno sicuramente gli odori e le fragranze che si mescolano nelle larghe strade del quartiere, le luci a led e la famosissima insegna del Glico Man, raffigurante un atleta che corre su una pista blu, simbolo della Ezaki Glico, la ditta produttrice dei Mikado. Dopo dieci giorni di cibo giapponese no-stop ci concediamo un ottimo hamburger, a buon prezzo, da Critters Burger, un locale dall’atmosfera occidentale che vi consigliamo nel caso anche voi foste in preda alla nostalgia di sapori di casa. Le ragazze che lo gestiscono sono sorridenti e indossano delle magliette dalle grafiche molto simpatiche che potete anche decidete di acquistare una volta finita la cena.

osaka night

glico man sign osaka

Proseguiamo la serata perdendoci, letteralmente, fra la calca di gente che anima la vita notturna di Osaka, senza perderci il takoyaki, un’altra famosa specialità della città che consiste in polpette di polpo inle famose polpettine di polpo fritte in una pastella di farina di grano. Perché è vero che avere nostalgia del cibo italiano è naturale ma mai tirarsi indietro!

La fusione di arte,
architettura e natura a Naoshima

La mattina seguente, di buon ora, partiamo verso Naoshima, una graziosa isola adagiata sul Mare Interno, che oggi è diventata un vero e proprio museo di arte contemporanea a cielo aperto, offrendo panorami mozzafiato dalle colline e dalle scogliere che la caratterizzano. Una meta imperdibile per i globetrotters appassionati di arte contemporanea. Naoshima, infatti, fu scelta negli anni novanta dalla Benesse Corporation come sede della sua collezione d’arte e da quel momento architetti del calibro del geniale Tadao Andō hanno realizzato sull’isola strutture museali totalmente integrate con l’ambiente e che attirano, soprattutto nei periodi della Triennale, migliaia di visitatori. Nonostante l’unicità del luogo possiamo assicurarvi che l’atmosfera è assolutamente tranquilla e pacifica, senza orde di turisti e file interminabili. Una visita in giornata a Naoshima vi permetterà, fra le altre cose, per immergervi in una realtà assolutamente diversa da quella di altre prefetture giapponesi.

Arrivare a Naoshima da Osaka è relativamente semplice ma avrete bisogno di un po’ di organizzazione, soprattutto se come noi sceglierete di dedicarvi una giornata sola, rientrando in serata in città. Da Osaka dovrete raggiungere in treno Okayama e da qui una linea JR fino ad Uno. Di solito questo treno compie una fermata di scambio veloce a Chayamachi. Una volta arrivati ad Uno non dovrete fare altro che seguire le indicazioni per il porto dove troverete i traghetti in partenza per Miyanoura, il porto principale di Naoshima. Ci sono 13 corse durante l’intera giornata e la traversata dura solamente 20 minuti. Se per muovervi in Giappone avete scelto di acquistare il Japan Rail Pass (consigliassimo!) potrete consultare gli orari sulla brochure che vi verrà consegnata al ritiro del pass o su hyperdia.com (che vi salverà la vita se avete intenzione di fare molti spostamenti).  Anche per quanto riguarda i traghetti vi consigliamo di consultare con anticipo gli orari dei traghetti online, così da poter organizzare i cambi treno precedenti in base ad essi. Il paesaggio marittimo ad Uno non è fra i più invitanti,essendo perlopiù una cittadina portuale industriale, ma una volta che ci avviciniamo a Naoshima il grigiore lascia spazio alla natura e agli alberi in fiore.

naoshima panorama

Sbarcati dal traghetto a Miyanoura non potrete fare a meno di notare una delle zucche di Yayoy Kusama, proficua ed eclettica artista giapponese che ha fatto di questo ortaggio il suo segno distintivo. In questo caso è una zucca rossa a pois neri dove potrete entrare dalle varie aperture realizzate sulla supercifie (anche per fare una classica foto di rito).

yayoy kusama naoshima art osaka

Ma prima di lasciarvi entusiasmare dalle altre opere che i vostri occhi staranno mettendo a fuoco, attraversate la strada proprio davanti al molo degli arrivi e noleggiate le biciclette che vi faciliterrano l’escursione di tutta l’isola. Vi consigliamo spassionatamente la bicicletta elettrica che quasi tutti i chioschi presenti possiedono, certo c’è meno fascino ma anche molta meno fatica, visto che le prime salite che dovete affrontare sono tutt’altro che dolci (insomma non fate come noi!). Afferrate una mappa dell’isola e dei principali siti artistici, che probabilmente avrete già trovato sul traghetto, e iniziate il giro di Naoshima.

La prima tappa è il Chicu Art Museum, sorprendente creazione di Tadao Andō, una struttura essa stessa opera d’arte, formata da pareti di cemento, spazi sotterranei molto suggestivi, il tutto illuminato solo dalla luce naturale che si infiltra nei tagli effettuati sulle pareti e sul tetto.

chichu museum osaka naoshima 2 chichu museum osaka naoshima

Vi consigliamo, solo nei periodi della Triennale, di acquistare online il ticket di entrata che riporterà anche l’orario della vostra entrata al museo così da evitare perdite di tempo e dedicarsi ad altro nel frattempo. All’interno del museo, in un’atmosfera irreale e senza tempo, è possibile ammirare le opere di tre artisti che fanno parte della collezione permanente: Claude Monet, James Turrell e Walter De Maria.

Il primo con le sue ninfee di grandi dimensioni esposte in una stanza dalle pareti e dal pavimento completamente bianco, fatti di mosaici stondanti in rilievo, su cui si passeggia rigorosamente senza scarpe. Il secondo vi affascinerà per le sue stanze di luce, che all’inizio sembrano solamente delle proiezioni luminose su un muro piatto ma che poi, avvicinandosi, possono essere letteralmente attraversate catapultando il visitatore in una tridimensionalità magica ed inaspettata. Il terzo propone un’istallazione imponente che fa tesoro dei giochi di luce offerti dalla struttura stessa. L’opera si chiama Time/Timeless/No Time e presenta una sfera nera e ventisette sculture di legno di forma allungata e dorata.

chicu museum naoshima osaka

Usciti, comprensibilmente e piacevolmente sconvolti, dal Chicu Art Museum potete riprendere le vostre biciclette, riabituarvi alla luce diretta del sole e procedere verso il Benesse House Museum, che è insieme albergo e museo (l’unica struttura ricettiva dell’isola, fra l’altro) anch’esso progettato da Tadao Andō. La struttura museale e il percorso proposto sono molto più tradizionali rispetto al precedente, anche se anche questa collezione permanente ospita opere site specific la cui collocazione è stato definita dagli artisti stessi.

benesse art museum osaka naoshima 3

Fra le opere troviamo pezzi di Warhol, HocknetGiacometti, e anche qui, non appena usciti all’esterno, nei vari spazi in cui arte e ambiente si fondono insieme, ritroviamo panorami mozzafiato e viste incantevoli.

naoshima benesse art museum osaka 1

naoshima benesse art museum panorama

Il Benesse offre anche un punto di ristoro molto chic, con pareti a vetri e un menù ricercato. Noi abbiamo preferito portarci un pranzo al sacco, complici i supermarket di Osaka che permettono di comprare onigiri fantastici a poco prezzo, ma in questo caso a voi la scelta, in base a tempo e budget a disposizione. Una volta consumati i nostri onigiri a fianco delle ormai fidate biciclette, ripartiamo per la caccia alla seconda zucca di Yayoi Kusama presente a Naoshima. In questo caso si tratta di un esemplare giallo con i pois neri e si trova su un pontile, proprio di fronte al mare, per cui è diventata con il tempo uno dei luoghi preferiti dove scattare o farsi scattare una foto ricordo.

yayoy kusama naoshima

Proseguiamo sul versante est dell’isola e per fortuna la strada si fa meno dura, pedaliamo con calma passando vicino a piccoli laghi che ci fanno credere di essere di nuovo in Europa. Arriviamo quindi a Honmura, l’insediamento principale dell’isola insieme a Miyanoura, nonchè il secondo porto di Naoshima, dove è stato realizzato l’intervento architettonico ed artistico più interessante.

L’Art House Project infatti comprende 7 case tradizionali giapponesi restaurate e valorizzate con interventi di vari artisti contemporanei. Le case sono sparse per il paese e dovrete essere voi a scovarle, chiedendo informazioni ai giovani e meno giovani che si occupano della biglietteria e della manutenzione delle case stesse. Qui vi ritroverete a contatto con la popolazione del luogo, con i vecchi pescatori e le poche famiglie che abitano l’isola.

La casa che ci è parsa la più interessante e divertente di tutte è Minamideraè, pensata sempre da Tadao Ando per rendere omaggio a un vecchio tempio che si trovava qui e che ospita un’opera di James Turrell. Quello che vi diranno i vostri accompagnatori è che all’interno sarà tutto molto, molto buio (ma lo sarà molto più di quello che vi aspettate), di stare tranquilli, di seguire con la mano il muro portante e di sedervi su una panca che vi ritrovere a fianco. Nonostante l’intensità della luce non cambi mai dopo qualche minuto vedrete sulla parete di fronte a voi una fascia luminosa, quasi della dimensione di uno schermo da cinema. Allora vi verrà dato il via libera e potrete camminare nella stanza, scoprendone i particolari, una volta abituati all’oscurità e ad una nuova percezione dello spazio. Ma la sorpresa arriva quando proverete a toccare la parete di fronte alle panche, quella “luminosa”. E noi non vogliamo rovinarvi la sorpresa!

Dopo una breve pausa ristoratrice sempre a base di onighiri al sacco ci spostiamo dal versante est a quello ovest dell’isola per avvicinarci al porto di Miyanoura, tagliando per l’entroterra. In questo caso le salite sono fattibili anche con una bicicletta senza pedalata assistita. Passerete accanto alla scuola elementare dell’isola, ad alcune chiese, da officine, case e supermarket, insomma attraverserete un vero e proprio centro abitato. Prima di lasciare le biciclette ai chioschi dei noleggiatori e tornare al molo per prendere il traghetto di ritorno, fermatevi ad osservare la particolare struttura dal nome “I Love Yu”, un vero e proprio sentō (bagno pubblico) giapponese, il cui nome deriva da un gioco di parole in quanto yu significa “acqua calda”. Questo bagno-istallazione rappresenta l’amore che hanno i giapponesi per le terme. La struttura, sgargiante e variopinta è stata progettata da Otake Shinro e, se ve lo starete chiedendo, sì potete entrare a fare il bagno, una volta spogliati dei vostri vestiti e magari dopo aver acquistato un asciugamano al bazar del sentō, immersi in acqua bollente in una vasca decorata da maioliche, murales e mosaici colorati. Sopra di voi una statua di un elefante e come obiettivo solo quello di rilassarvi qualche minuto.

sento i love you naoshima osaka

naoshima osaka

I traghetti ripartono puntalissimi come tutti i mezzi di trasporto giapponesi, quindi recatevi al molo con i biglietti in mano per tempo. Salite sopra l’imbarcazione e godetevi la traversata di ritorno, un po’ stanchi, questo è sicuro, ma consapevoli di aver visitato un luogo unico al mondo.

Tips del ritorno

Una volta tornati ad Osaka, dopo i due treni JR, da Uno e da Okayama, non vi resta che scegliere dove recarvi a cena. Se particolarmente affamati, dopo un pranzo al sacco come da noi proposto, vi consigliamo di tuffarvi senza pensarci in uno dei ristoranti di sushi sulla via principale di Dotombori.

Noi abbiamo provato Sushi Zanmai, andando sul sicuro, visto che lo avevamo già testato a Tokyo. Rispetto all’importanza del sushi nell’alimentazione dei giapponesi che abbiamo noi occidentali, dobbiamo ricrederci assolutamente. In un itinerario di 15 giorni nella grande isola orientale abbiamo constato che la base dell’alimentazione è costituita principalmente da ramen e più in generale da zuppe, riso e udon in qualsiasi combinazione. Da Sushi Zanmai troverete simpatici cuochi e ottimo sashimi. Non dimenticate che, come in quasi tutti i ristoranti giapponesi, avrete a disposizione una tazza e del the verde in polvere, senza limiti, da sciogliere in autonomia nell’acqua bollente.

sushi osaka

Se vi sentite meno salutisti ricordate che le birre giapponesi sono sempre ottime. Quindi KANPAI (alla salute)!


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